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17 Febbraio 2021  |  By redazione In news, nobilitas

Dalla peste di Firenze al Covid: il protocollo del Granduca di Toscana contro la Pandemia

Ospedale di Firenze -S.M. Nuova, tenda Covid

di Maurizio Abbati.

La storia ci ha tramandato il Modello Mediceo di Firenze contro il contagio, che rivisitato alla luce del cambiamento dei tempi si rivela ancora oggi essere potenzialmente molto valido per azzerare in breve il Contagio Covid 19. Il consiglio Mediceo dei duecento ha approvato una risoluzione di appello per favorire con l’aiuto di volontari il ricovero di tutti i malati lievi e asintomatici nei Lazzaretti di ciascuna città, Lazzaretti che oggi altro non sono se non i reparti Covid degli ospedali, nonché gli attuali hotel Covid il cui numero esiguo andrebbe però ampliato moltissimo per poter ospitare l’intera massa di positivi e dei sospetti di contagio che oggi si trovano in isolamento domiciliare.

Con l’aiuto delle associazioni di volontariato e quello dei proprietari degli Hotel che oggi sono chiusi per mancanza di turisti, si potrebbero ricoverare in hotel tutti gli asintomatici e malati lievi nella maggior parte dei comuni italiani, determinando così un rapidissimo calo dei contagi e la fine dell’epidemia nelle aree dove si è presa questa risoluzione.

Per mantenere poi libere dal contagio le aree dove tutti i malati ed i sospetti saranno isolati, occorrerà poi instaurare e  mantenere anche una valida cintura sanitaria con l’aiuto di altri volontari.

La rapida diffusione del virus, passato dalla Cina all’Italia in un arco temporale ridottissimo, ci ha colto impreparati. Soprattutto perché la nostra società odierna non è abituata all’avvento di eventi pandemici di questo impatto. Così la ricette per fronteggiarla sono state scritte via via che il confronto con il virus stesso ci ha portati a conoscerlo meglio, adottando provvedimenti che in alcuni casi hanno richiesto tempo. Eppure nel corso della storia simili eventi, seppure legati a ben altri morbi, sono stati frequenti. E proprio dal passato di Firenze ci arriva una lezione, cioè un modello di risposta messo in atto per cercare di contenere la diffusione di un morbo ben più letale di questo: la peste.

Il Granduca Ferdinando II de’ Medici proprio per far fronte al dilagare a Firenze del morbo commissionò una serie di misure speciali, che vennero poi descritte minuziosamente nella “Relazione sopra il Contagio dell’anno 1630 e 1633 nella Città di Firenze“ e che si rivelarono poi fondamentali per azzerare nell’arco di sei mesi  l’epidemia che era dilagata in città nel 1630 mietendo circa diecimila vittime, e in circa tre mesi quella del 1633 che causò circa 1800 deceduti.

Tra le previsioni c’erano in primo luogo l’uso da parte di tutta la popolazione di dispositivi di protezione personale, rispettando nel contempo anche le previste misure minime di distanziamento sociale per evitare gli assembramenti. Secondo elemento l’isolamento con una adeguata e ferrea cintura sanitaria della città per impedire l’ingresso entro la cerchia comunale di qualunque persona proveniente da aree infette. Alto elemento cardine che a noi oggi può sembrare fuori luogo, ma che a tutti gli effetti in qualche modo pur limitato si è cercato di utilizzare anche oggi è l’isolamento in cura di tutti i malati in appositi lazzaretti, oltre al trasferimento di tutti i sospetti in case appositamente individuate per la quarantena. Lazzaretti che oggi altro non sono se non i reparti Covid degli ospedali. Un aspetto fondamentale era infatti che oltre ai positivi andavano isolati anche tutti coloro che con essi avevano avuto contatti diretti, che non dovevano essere lasciati in famiglia. “Per quelli che si cavono delle case infette il prendere un borgo et assegnare a ogni famiglia una casa, perché non si mescolino con gli altri, è cosa molto salutifera”, si legge nella relazione.  Anche questo aspetto è assai moderno, se si pensa a quello che si è cercato di fare con il tracciamento dei casi e l’arruolamento di alberghi sanitari da trasformare in luoghi di isolamento. Dove ospitare anche gli asintomatici.

Fatto sta che allora a Firenze morì di contagio solo il 15% della popolazione, mentre altrove in altri stati si era arrivati fino al 60%.

La relazione storica medicea evidenziata altri due aspetti importanti per contrastare la pandemia. Prima cosa quel ricorso al volontariato che ancora oggi è stato fondamentale, seconda obbligare al rispetto delle misure di prevenzione. “Due sono i rimedi potenti per estinguere prestamente il male – si legge infatti – prima servirsi per quanto si può di gente nobile, che operi per carità, e non prezzolata; l’altro fare poche ordinazioni, e solo quelle, che sono necessarie, ma cercare, che le si osservino con esattezza, gastigando con ogni rigore chi erra, senza guardare niuno in viso, perché in tal caso è verissimo che allora è viva la pietà, quando è più morta, et in tempo di peste è necessario, per non perderla, farsi spietato, conciò sia cosa, chi uno ne gastiga cento ne minaccia”.

Dalla predetta relazione, tramandataci dal Granduca Ferdinando II con la dichiarata intenzione che essa potesse essere utile ai posteri,  è stato oggi ricavato da S.A.S. il Granduca Ottaviano de’Medici di Toscana e per S.A. dal Consiglio Mediceo dei Duecento, il protocollo organizzativo puntuale contro il contagio voluto dal proprio Avo: un modello estremamente avanzato e attuale che se correttamente applicato potrebbe ancora oggi fermare in breve il Contagio per Covid 19.

In particolare, S.A.S. il Granduca Ottaviano de’Medici di Toscana e per S.A. il Consiglio Mediceo dei Duecento, ritiene che vada realizzata con urgenza una cintura sanitaria intorno ad ogni città e che in ciascuna citta si aprano dei lazzaretti per ospitare tutti i malati, inclusi gli asintomatici.

Inoltre ha emesso una serie di bandi di appello per la ricerca di volontari disponibili a offrire servizi

  • di trasporto dei malati nelle case albergo trasformate in lazzaretto.
  • di trasporto di generi alimentari e destinati alle case albergo e di servizi vari a sostegno della residenza dei malati nelle case albergo.
  • di supporto alla realizzazione di cintura sanitarie intorno alle città ed alle comunità

Testo completo degli appelli è disponibile sul sito dell’Ordine Civico Mediceo www.de-medici.com

 

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CASA GRANDUCALE MEDICEA DI TOSCANA

La storica Casa Granducale Medicea di Toscana è tutt’ora insignita dei titoli di Granduca e Principe di Toscana per effetto della Bolla Pontificia tutt’ora valida, data il 27 agosto 1569 dal Papa Pio V° a Cosimo I° de’ Medici ed a tutti i suoi eredi maschi primogeniti da lui discendenti direttamente, oppure agnati collaterali in caso di estinzione del ramo primo insignito.

Capo di Nome e d’Arme della storica Casa è Sua Altezza Reale il Granduca  Ottaviano de’Medici di Toscana di Ottajano, legatario pro-tempore della primogenitura testamentaria di Sua Altezza Elettorale Anna Maria Luisa de’Medici, Gran Principessa di Toscana, erede designata al trono Granducale  con facoltà di nominare ella stessa il proprio successore. (Decreto granducale di Cosimo terzo Medici del 25 ottobre 1723).

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L’”Ordine Civico Mediceo” costituisce l’ordinamento amministrativo  delle Istituzioni di Governo Umanistico del Granducato Mediceo in Italia.

L’Ordine ha  natura Civica e non Cavalleresca, non vengono consegnate onorificenze o distinzioni cavalleresche, ma bensì una decorazione onorifica civica  con croce verde ottagona, oppure un lucco nobiliare come segno di appartenenza alla Nobiltà Medicea.

 

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La storica Casa Granducale Medicea di Toscana è tutt’ora insignita dei titoli di Granduca e Principe di Toscana per effetto della Bolla Pontificia tutt’ora valida, data il 27 agosto 1569 dal Papa Pio V° a Cosimo I° de’ Medici ed a tutti i suoi eredi maschi primogeniti da lui discendenti direttamente, oppure agnati collaterali in caso di estinzione del ramo primo insignito.

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